Verità Celate
Treviso 2010
Ogni idea di luce è un’idea di verità ed ogni idea di verità necessita di un archetipo capace di fare
emergere il suo senso seguito dalla sua valenza espressiva.
L’artista è un manipolatore di archetipi, è l’eroe della propria verità e per lui parla l’opera, il suo arte-fatto. L’opera è un’espressione libera, una parola pronunciata nel groviglio dei segni, nelle pennellate ritmiche e graffianti, nelle sedimentazioni cromatiche per testimoniare l’intento di liberare le emozioni più profonde dalla gabbia delle forme convenzionali.
Claudia Rosin fluttua tra il recupero di una informalità segnica, dove il gesto diviene espressione diretta dell’emotività che sfugge al controllo vigile della ragione, e la ripetizione voluta di gesti spontanei orientati verso processi casuali.
Esposizione & Mostra
La ricerca del vero assoluto comincia con l’abolizione della forma col riconoscimento dell’illusione del definire. Il procedere avviene a cicli con l’inattaccabile determinazione del ricercatore che possiede il dono di credere nell’esattezza della sua teoria e sta solo cercando il mezzo per dimostrarlo al mondo.
Secondo questi paradigmi il sistema dell’arte, l’opera e i luoghi del riconoscimento, si delineano tutti come modalità del fare esperienza del mondo e del fare esperienza delle proprie emozioni (eros), come l’esperienza temporanea delle esperienze. Non c’è stabilità né gravitazione in questi elaborati, si afferma piuttosto il prototipo di un’idea progettuale sulla quale si pretende di ridefinire il “nulla”, strettamente legate al fare.
Ciò che è veramente interessante nel lavoro di quest’artista è la totale assenza di moralismo poiché mira ad una forma di indagine pura.
La ricerca del dettaglio diventa una scoperta identificativa nell’astratta complessità degli sfondi dove nulla si dà per scontato ma offre al fruitore la magia di rivelare all’occhio attento il contenuto
emozionale dell’opera.
Il farsi dell’opera assume pertanto la valenza di uno specchio in cui la soggettività riflette la propria essenza problematica, il rischio del proprio esistere.
L’indistinzione fra essere (forma) e non essere (astrazione) ha due facce: può alludere alla vertigine, all’angoscia del vivere, ma può anche essere la felicità dell’immersione nell’universo.
Some Infos
Claudia Rosin
+39 338 499 8344
Quarto d'Altino, Venezia
claudiarosin.arte@gmail.com